giovedì 2 aprile 2009

15 APRILE 2009 - Assemblea Straordinaria degli Iscritti

L’ASSEMBLEA STRAORDINARIA DEGLI ISCRITTI

E' convocata, presso la sala della Biblioteca dell’Ordine degli Avvocati di Bari, l'assemblea straordinaria degli iscritti nei giorni 15 aprile 2009 alle ore 7,30 in prima convocazione e alle ore 9,30 in seconda convocazione, per discutere e deliberare sul seguente:

ORDINE DEL GIORNO

1. Comunicazione in ordine al Congresso ANF che si è tenuto a Napoli dal 19 al 22.3.2009
2. Elezione consiglieri nazionali
3. Varie ed eventuali

Bari, 30 marzo 2009

Il Consiglio Direttivo

Possono esercitare i diritti di voto per l'elezione dei Consiglieri Nazionali dell'A.N.F. tutti gli iscritti al Sindacato in regola con il pagamento delle quote di iscrizione.

Il voto é segreto e si esprime a mezzo di schede contenenti un numero di nomi non superiore ai 2/3 degli eligendi.

E' data facoltà a ciascun socio eleggibile, in regola con il pagamento delle quote sociali, di presentare la propria candidatura per iscritto, depositandola in segreteria entro il 14.4.09 ore 13.00.

NUOVI INTERVENTI NEL PROCESSO CIVILE efficienza nell'amministrazione della giustizia e garanzie difensive

NUOVI INTERVENTI NEL PROCESSO CIVILE efficienza nell'amministrazione della giustizia e garanzie difensive

Il terzo incomodo

Sono incuriosito dalla sua candidatura come primo cittadino. Anche perchè non è agevole farsi largo tra l'esuberanza di Michelone Emiliano e le assetate truppe di Simeone di Cagno Abbrescia. Appuntamento presso il suo studio in via Putignani, in un palazzo primi novecento. Ore 15,30 ed è già al lavoro: sta ricevendo un collega. Nell'attesa osservo lo studio che, con i suoi libri racchiusi in alte librerie stile Luigi Filippo, trasuda di una rinomata tradizione di giuristi peuceti. E penso anche alla grande tradizione di avvocati che hanno assunto le redini del Municipio barese. Rimanendo al periodo repubblicano ricordo PIETRO LEONIDA LAFORGIA (1993), ENRICO DALFINO (1990-1991), NICOLA VERNOLA (1970-1976), GENNARO TROSORIO LIUZZI (1964-1979), GIUSEPPE PAPALIA (1959-1960), VITO ANTONIO DI CAGNO (1946-1952).
Finalmente si apre la porta e appare Don Mario che mi riceve con il suo solito accattivante sorriso.
D. Avvocato Russo Frattasi mi deve permettere qualche domanda provocatoria, altrimenti non c’è gusto.
R. Sì non ci sono problemi.
D. Bene. Un mio amico mi ha riferito che nei favolosi anni settanta, in piena lotta politica ed ideologica, Lei era il difensore dei compagni, quelli del giardino (come allora si usava chiamare piazza Umberto), che si cacciavano nei guai. Insomma, per farla breve, Lei non era comunista dichiarato?
R. Sì sono stato iscritto al PCI fino a quando ho difeso Tony Negri a seguito della rivolta del carcere di Trani. E sono rimasto sempre di sinistra. La mia formazione politica e culturale è stata segnata dalla frequentazione di Don Ciccio Muciaccia (il padre di Nicky, avvocato ed attuale presidente rifondarolo della Circoscrizione Madonnella, ndr), fondatore di Solidarietà Democratica, al cui gruppo in seguito si aggiunse Pietro Leonida Laforgia.
D. Quindi la difesa di Tony Negri che problema creò tra Lei e il PCI?
R. E’ successo che la federazione del partito comunista mi pregò di non iscrivermi più perché secondo la linea della fermezza, che non ammetteva compromessi con le frange estreme dell’area extraparlamentare, il PCI non accettava che un comunista dichiarato come me potesse difendere l’ideologo dei brigatisti rossi. Io non ritenevo giusto subire questa interferenza nella mia vita professionale e difesi Tony Negri ugualmente, ma di conseguenza mi allontanai dal partito o forse è meglio dire che il partito mi allontanò. Ricordo che in quei giorni mi chiamò un dirigente del PCI il quale mi disse che avevo fatto bene a non subire condizionamenti e che in ogni caso il comunismo sarebbe andato avanti anche senza comunisti.
D. Dal PCI a Casini è comunque un bel salto!
R. Certo non è stato facile dire di sì a Casini. Tuttavia, in questo panorama politico nel quale le ideologie sono venute meno ed è rimasta solo la corsa spietata verso il potere e le poltrone il progetto politico di Casini a livello nazionale diviene un disegno molto serio ed ambizioso.
D. E a livello cittadino quali sono le sue opzioni?
Punto a diventare uno degli amministratori della città perché Bari ha un deficit culturale che deve essere assolutamente colmato. Non è pensabile che una realtà come quella barese abbia come unico serbatoio culturale il teatro dialettale, che pure ha la sua valenza ma che da solo è evidentemente insufficiente. Non è pensabile che l’università di Bari sia caduta così in basso, anche se ad onor del vero stimo molto il magnifico rettore Petrocelli che è senza dubbio un innovatore.
E poi c’è un’altra grande questione irrisolta che è l’occupazione. Bisogna creare nuovi posti di lavoro. Ho l’impressione che l’imprenditoria in questi anni, invece di essere aiutata, sia stata frenata.
L’altro mio obiettivo sono i giovani con i quali bisogna puntare su due principi fondamentali: l’informazione, intesa come trasparenza, e la partecipazione per la quale mi impegno ad assumere il ruolo di punto di riferimento politico.
D. Questione Petruzzelli. Da comunista pentito dovrebbe condividere il contenuto dell’accordo in base al quale dopo la ricostruzione a spese nostre siamo costretti a pagare alla proprietà un canone di locazione elevato?
Non voglio entrare nel merito di queste polemiche. Come ho detto, mi interessa la crescita culturale della città, la possibilità per i giovani di elevarsi anche grazie a serbatoi culturali come il Petruzzelli.
D. Punta Perotti. Quale potrebbe essere una proposta accettabile per i Matarrese, che comunque in questo momento non intendono sedersi ad un tavolo con Emiliano?
Una cosa è certa: pagheremo noi. Lo Stato andrà a rivalersi contro il Comune di Bari. La mia proposta è quella che al posto del parco vedrei un grande palcoscenico per il porto turistico, con servizi, strutture recettive ed alberghiere, ristoranti e tutto quello che è necessario per fare di Bari una città accogliente non solo per chi ci vive ma anche per chi viene da fuori.
D. Savinuccio è appena tornato e mentre Japigia è in festa, è già allarme. In ogni caso, con o senza Parisi, le organizzazioni criminali soprattutto grazie al traffico della droga sono diventate molto ricche e potenti tanto da poter acquistare con il danaro sporco numerose attività imprenditoriali. Anche da avvocato penalista cosa ne pensa?
Penso che non ci sia bisogno di repressione. Penso che non servano i sequestri o le confische. Invece punterei di più sulla prevenzione, dando ai giovani la possibilità di lavorare, chiedendo ai genitori di autoeducarsi e di impegnarsi maggiormente nel controllo dei propri figli.
D. Trasformerebbe il Margherita in casinò?
R. Assolutamente no proprio perché andrebbe in pasto alla malavita. Anche questa struttura potrebbe essere un luogo di rinascita culturale per la città.
D. Edilizia giudiziaria. Cittadella o Arcipelago della giustizia, che preferisce?
R. Per me l’importante è l’aggregazione degli uffici giudiziari, indipendentemente dal luogo dove deve essere realizzata e da chi la deve realizzare. E’ chiaro che un intervento di questa portata è una grande opportunità di crescita economica per le imprese locali e di inserimento nel mondo del lavoro per i giovani.
D. A chi toglierà i voti: a Emiliano o a Simeone Di Cagno Abbrescia?
R. Ad entrambi, spero (Don Mario sorride maliziosamente n.d.r.).
FRANCESCO MAIONE