lunedì 24 luglio 2006

Avvocati in Piazza contro il DL Bersani

Da Diritto e Giustizia (articolo completo sul link in alto)
Gli avvocati scendono in piazza e confermano la linea dura

Altri cinque giorni di sciopero a settembre ma le modalità della protesta dividono il mondo forense. Legnini: non si poteva fare di più. Brutti conferma che il dialogo resterà aperto anche se i toni saranno accesi

Gli avvocati scendono in piazza e scelgono la linea dura contro le liberalizzazioni del decreto Bersani. Dopo il corteo spontaneo sotto le finestre del Governo, l'Avvocatura ha deciso di scioperare fino al 25 luglio prossimo, quindi ha deciso di proseguire l'astensione dopo la pausa estiva con cinque giorni di astensione dal 18 al 22 settembre, in concomitanza con il Congresso nazionale forense, in programma a Roma dal 21 al 24 settembre. "Per il governo contiamo meno di panettieri e tassisti. - ha detto Michelina Grillo presidente dell'Organismo unitario dell'avvocatura - Oggi (venerdì, ndr) non hanno trovato il tempo di riceverci. Gli faremo cambiare idea. Intanto ci asterremo fino al 25 luglio e poi dalla prossima settimana non garantiremo più tutti quei servizi che non sono di nostra competenza, ma che lo Stato non è in grado di fornire per far funzionare la macchina giustizia. Così sarà chiaro a tutti che la vera astensione non è quella degli avvocati, ma quella dello Stato nei confronti dei cittadini".
Le modifiche approvate in commissione Bilancio al Senato non hanno fermato la protesta degli avvocati che venerdì scorso si sono dapprima riuniti al cinema Adriano per l'assemblea nazionale, quindi sono letteralmente scesi in piazza dando vita ad un corteo verso Palazzo Chigi. La protesta si è sviluppata durante le due ore di assemblea (talmente affollata che molti avvocati sono restati fuori) fino ad arrivare alla decisione di recarsi davanti a Palazzo Chigi. Alla testa del corteo si distinguevano gli esponenti di An Gianni Alemanno e Giuseppe Valentino che hanno appoggiato, dopo quella dei tassisti, anche la protesta degli avvocati. Con loro anche l'ex vicepresidente della Camera Alfredo Biondi (Fi) che al grido di "libertà" ha guidato gli avvocati davanti al palazzo del Consiglio dei ministri. Tra gli esponenti del mondo forense si distingueva il presidente della Cassa forense, Maurizio de Tilla, che nonostante il caldo non ha mai abbandonato la toga nera, il presidente e il vicepresidente dell'Oua Michelina Grillo e Renato Veneruso, il presidente dell'Associazione italiana giovani avvocati Valter Militi. Nonostante l'intervento di Alemanno e Valentino, i delegati non sono stati ricevuti dall'esecutivo che ha rimandato ad altra data l'incontro.
Il corteo si è sviluppato spontaneamente ma probabilmente è stato "pensato" il giorno prima all'insaputa dei vertici, come ha ammesso un giovane avvocato della capitale: "già da ieri sera ci eravamo sentiti pensando ad un corteo verso Palazzo Chigi, perché questo decreto sta distruggendo l'avvocatura e lo vogliamo dire forte e chiaro a questo governo" ha detto l'anonimo professionista. Meno convinti della protesta di piazza non autorizzata i vertici: "credo che il decreto Bersani vada contrastato in ogni modo - ha affermato Renato Veneruso - ma non dovevamo arrivare al corteo". Valter Militi, dell'Aiga, poco prima all'Adriano aveva spiegato che "l'astensione dalle udienze rappresenta l'ultimo disperato grido d'allarme dei giovani che, lungi dall'essere arroccati su posizioni conservatrici o neocon, auspicano un effettivo processo riformatore, svincolato da ideologici preconcetti, che possa consentire un rilancio delle professionalità del Paese". Ma alla domanda se fosse d'accordo con un corteo non organizzato, Militi ha allargato le braccia rispondendo "per l'unitarietà dell'avvocatura...". Bruno Sazzini, segretario generale dell'Associazione nazionale forense, ha criticato l'iniziativa spontanea non concordata: "Adesso la protesta dovrà coinvolgere tutte le professioni ma si dovranno avanzare proposte, perché anche i cinque giorni di sciopero a settembre non serviranno a fermare il decreto Bersani che a giorni sarà convertito in legge. Sarà importante il congresso di Roma, che speriamo non sarà gestito come questa assemblea e che speriamo faccia riconquistare dignità ai delegati Oua per arrivare ad una decisione democratica condivisa da tutte le componenti dell'avvocatura".
(continua)

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